BIANCANEVE
ovvero non aprite quella porta
di Livia Amabilino e Lorella Tessarotto
regia Daniela Gattorno
con Enza De Rose, Valentino Pagliei, Francesco Godina
produzione La Contrada Teatro Stabile di Trieste
20 e 21 giugno 2017
ore 11.00
Giardino Teatro G. Verdi
Liberamente tratto dalla fiaba tradizionale, con un nuovo adattamento di Livia Amabilino e Lorella Tessarotto lo spettacolo ha una chiave contemporanea: il giovane principe con grandi orecchie e sopracciglia pelose potrebbe essere anche un ragazzo di oggi, un adolescte a disagio con il proprio corpo in trasformazione. Ma la fiaba è rispettata, infatti il giovane è stato trasformato in un essere orribile dalla classica strega malvagia.
Ma Bestia non si arrende e vuole trovare la ragazza giusta per spezzare l’incantesimo che lo opprime. E’ così che, quando un intruso sta per cogliere una rosa in regalo per la figlia preferita nel suo giardino, alla Bestia viene offerta la grande opportunità di costringere la ragazza a vivere con lui, nella speranza di conquistarla. Bella per sua fortuna non è solo carina, ma intelligente e con un grande cuore e accetta Bestia, che è brutta ma simpatica e anche in fondo un po’ romantica.
Tra sorelle intigranti e pasticcione, un padre negato per gli affari ma col cuore di poeta e un cameriere bizzarro, tra i due si instaura un rapporto speciale, che trascende l’aspetto fisico, partendo dall’accettazione di sé da parte della Bestia, e dall’affermazione di Bella come ragazza forte e indipendente.
SOCIAL COMEDY
Intrigo a via Doganelli
di Maurizio Zacchigna
regia Marko Sosič
con Manuel Buttus, Roberta Colacino, Daniele Fior, Adriano Giraldi, Marcela Serli, Maurizio Zacchigna
produzione Associazione Mamarogi – ICS – S\paesati – Bonawentura – Teatrino del Rifo
un progetto realizzato con il contributo di
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
28 giugno 2017
ore 21.00
Giardino Teatro G. Verdi
Quattro operatori sociali estremamente variopinti, la loro capa estremamente autorevole, un drammaturgo estremamente sperduto, un poliziotto gentile sempre in vivavoce e un’anziana signora…. (del Ku Kux Klan?) E poi rifugiati afgani di cui si parla sempre ma che non si vedono mai. Tutti insieme durante due giornate ricche di tensioni, colpi di scena, equivoci, incontri, scontri, tragedie annunciate, tragedie evitate, un’amore etero e una storia omosessuale.
Va bene, ma di cosa si occupano quegli operatori? Cosa ci fa in scena uno che dice di essere l’Autore della commedia? Cosa c’entra poi un’anziana signora razzista?
Difficile dirlo in due parole; l’unica chance per trovare una risposta sensata a queste domande è vedere Social Comedy, la prima commedia italiana che racconta la quotidianità lavorativa all’interno di una o.n.l.u.s. impegnata, come molte nel nostro paese, nell’accoglienza ai richiedenti asilo.
La vicenda narra di Àhmad, un giovane profugo afgano che è alla vigilia del fatidico incontro con la commissione territoriale che deciderà se concedegli o meno lo stato di rifugiato. Ma a tutt’oggi, nonostante l’aiuto di Renzo, uno degli operatori più esperti, non è ancora riuscito a redigere la sua domanda. Cambia versioni, si contraddice. Perché? Quale mistero si nasconde dietro alle cicatrici che ha sulla pancia?
Contemporaneamente al caso di Àhmad gli operatori della nostra o.n.l.u.s. seguono la sistemazione di un appartamento preso in affitto e destinato a ospitare un gruppo di otto afgani attesi da un momento all’altro. Tutto bene se non fosse che quell’appartamento è sito nello stabile di via Doganelli 6, lo stesso dove al quarto piano abita la terribile e folkloristica signora Devotich, un’ideologa razzista.
Social Comedy è una commedia polimorfa nella quale realistico e fantastico si inseguono fin dall’inizio ma senza pericolo di smarrirsi: la commedia vola decisa verso l’obiettivo civile per centrare il quale è stata scritta.
NOVECENTO
di Alessandro Baricco
regia Antonello Avallone
con Antonello Avallone
produzione Compagnia delle Arti s.r.l. Roma
29 giugno 2017
ore 21.00
Giardino Teatro G. Verdi
Antonello Avallone mette a frutto tutte le sue doti interpretative e si cimenta con il bellissimo monologo di Baricco da cui è stato tratto il famoso film “La leggenda del pianista sull’Oceano”. Una interpretazione personalissima, che tocca tutte le emozioni, dal sorriso al pianto, dalla comicità al dramma, dall’ironia al surreale, che conduce lo spettatore nelle sfere più intime dei sentimenti, delle emozioni, attraverso il mito e la leggenda. Una leggenda inventata da Baricco che può essere la metafora della condizione dell’artista, che non sa riconoscersi nei punti di riferimento e negli stili di vita tradizionali, sempre a metà strada tra mondi diversi, capace di parlare solo attraverso la sua arte. La musica jazz di sottofondo colora fortemente lo spettacolo diventando spesso travolgente protagonista della storia, immergendo il pubblico in una dimensione nuova e sconosciuta.
La storia di un pianista eccezionale, capace di suonare una musica meravigliosa. Il suo nome è Novecento ed è impossibile non esserne rapiti. E’ nato e vissuto sul piroscafo Virginian ed è incapace di scendere ed affrontare la vita sulla terra ferma. La musica, quella che “suona perché l’oceano è grande e fa paura” è l’intera sua vita. E’ una musica che può suonare attraverso ottantotto tasti, una musica infinita attraverso uno strumento finito. Questa è l’unica musica che Novecento sa suonare. La vita vera è tutta un’altra cosa, tutta un’altra musica…Uno spettacolo intriso di elementi poetici, capaci di toccare gli animi degli spettatori. Grande successo di pubblico e di critica.