CRISTòTEM
29 e 30 giugno 2021 - ore 21.00
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PRIMA NAZIONALE
con Noemi Grasso, Alessandro Pizzuto
scenografia Rosita Vallefuoco
suoni Filippo Conti
luci Umberto Camponeschi
testo e regia Elvira Scorza
Produzione Golden Show s.r.l. – Impresa sociale / Tinaos / L’Effimero Meraviglioso
Per replica del 30 giugno
con il sostegno del Comune di Udine
spettacolo realizzato in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale e Teatro Contatto Blossoms/Fioriture
Presso
29 giugno 2021 - ore 21.00
Sala Beethoven
Via del Coroneo, 15 - Trieste
30 giugno 2021 - ore 21.00
Teatro San Giorgio
Via Quintino Sella, 4 - Udine
Crisotemi - etimologicamente colei che riporta l’aureo ordine alla luce - è il contraltare del mito degli Atridi così come lo conosciamo: la cosa giusta da fare non è al servizio di ideali e misteri divini bensì è da scoprire in sé stessi, dedicandosi a una scrupolosa ricerca introspettiva. Tra l’altro non c’è traccia di lei nei primi testi tragici che si sono occupati di razionalizzare il mito, compare come contraltare all’ira di Elettra e poi svanisce, di nuovo, nel nulla. Proprio come Ifigenia sulla pira, al termine della tragedia a lei dedicata; come se Crisotemi esistesse come alternativa, scelta possibile fuori dal destino di sangue di quella famiglia così devota all’ignoto da farne sempre giustificazione all’azione. Gli Atridi scelgono poco quel che fanno, da Agamennone in poi è tutto un cercare di agire rispettando il volere divino: sembra questo il motivo ultimo che porta Ifigenia ad acconsentire al suo sacrificio. Il divino in quanto tentativo estremo di dare spiegazione all’irrazionale, all’inconsistente, al reale che non si vede ma agisce è caro alla nostra cultura: nel solco delle divinità greche, abbiamo fatto del figlio di Dio inteso come ponte tra umano e divino religione principale. Ma abbiamo anche premesso un cambio di rotta sostanziale: dalla legge del taglione al perdono. Noi cristiani ci arroghiamo questo cambio di pensiero, quando in realtà i miti, come appunto quello del sacrificio di Ifigenia e il parallelismo con la scelta di cui si fa carico Crisotemi, portano già in nuce la possibilità di un pensiero nuovo. Se scegliessimo di raccontare Ifigenia lucida nella sua paura, valutando la sua vita degna di fregarsene della guerra, dei valori, dell’onore e di tutto quello che i miti hanno corroborato affinché resistesse come base della società come la conosciamo, uscirebbe fuori una storia meno eroica e più umana. Allora Crisotemi potrebbe svelarsi e riportare alla luce un ordine nuovo, rivoluzionario perché del tutto estraneo alle leggi che regolano la vita degli eroi.