RIMINI

7 luglio - ore 21.00

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da un'idea di Giulia Quadrelli

 

uno spettacolo di Gruppo RMN

 

con Leonardo Bianconi, Luisa Borini, Leo Merati, Giulia Quadrelli, Chiara Sarcona

 

drammaturgia Giulia Quadrelli e Francesco Tozzi

 

regia Mario Scandale

 

disegno luci Camilla Piccioni

video Leo Merati

 

in collaborazione con Ginkgo Teatro.

 

Si ringrazia per il sostegno il Comune di Rimini

 

Spettacolo finalista del Bando RADAR promosso da ERT Emilia-Romagna Teatro Fondazione

Spettacolo vincitore della VIII edizione di Direction Under 30 del Teatro Sociale di Gualtieri

(Premio delle Giurie congiunte)

Spettacolo finalista di In-box 2022

 

Con il sostegno del Comune di Udine

 

Spettacolo realizzato in collaborazione fra FESTIL_Festival estivo del Litorale

e Teatro Contatto 40

 

 

Presso

7 luglio 2021 - ore 21.00
Teatro S. Giorgio | Udine

 

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Un filosofo del divertimento che cavalca il giorno e la notte vendendo sogni, un'operatrice balneare alle prese con i problemi del suo stabilimento, una cameriera che fa la stagione a Rimini nello stesso albergo da cinque anni e un’influencer a caccia dell'ultima tendenza. Questi i personaggi con cui si trova a dialogare un giornalista arrivato in Riviera spinto dalla domanda: che cos'ha Rimini? Perché questo luogo e non un altro è diventato nell’immaginario nazionalpopolare italiano – ma anche all’estero- il simbolo della vacanza e del divertimento che va bene per tutti? Dall’intreccio delle loro risposte, in una specie di intervista continua e ininterrotta, prende forma il racconto caleidoscopico di quella metropoli balneare che è la Riviera Romagnola. Attraverso l’obiettivo silenzioso della sua macchina fotografica, infatti, il protagonista dello spettacolo trascina il pubblico alla scoperta di una realtà dove luci e ombre, stereotipi e fantasmi, tradizioni e contraddizioni si trovano a convivere sotto quel velo di spensieratezza felliniana per cui è conosciuta in tutto il mondo. Ma proprio a partire dalle specificità di questa città così unica e dalle storie che la abitano, Rimini si rivelerà essere una potente lente di ingrandimento per osservare la nostra cultura nel suo complesso e più in generale il tempo che stiamo vivendo: insomma una specie di "Italia in miniatura", per dirla con il nome del primo parco tematico nato nel 1970 in questa terra di visionari.

Rimini prende le mosse dall’omonimo romanzo di Pier Vittorio Tondelli, di cui non è però un adattamento teatrale. Piuttosto, il testo dell’autore emiliano e più in generale tutta la sua poetica vanno considerati come la guida, o meglio il compagno di viaggio, di una ricerca collettiva che ha visto tutti i componenti del progetto impegnati per circa tre anni in un’attenta esplorazione e osservazione del territorio della Riviera. Tra il 2018 e il 2021 sono state intervistate più di 50 persone tra albergatori, negozianti, gestori di stabilimenti balneari, ma anche semplici cittadini, turisti e persone passate da Rimini quasi per caso. Dalle risposte ricevute e dal confronto con l'ambiente rivierasco è emersa una drammaturgia originale che, prendendo ispirazione dal lavoro di Tondelli stesso, potremmo definire un reportage creativo.

 

Rimini emerge dalla nostra ricerca come una realtà in grado di muovere l’umanità che la abita e l’attraversa grazie ad una particolare energia che riesce a tenere insieme persone, stili di vita e interessi molto diversi tra loro (dalle famiglie con bambini, agli sportivi accaniti fino ad arrivare al popolo della notte). Questa natura polimorfa si traduce sulla scena in una pluralità di registri e linguaggi, grazie alla quale il lavoro spazia dal naturalismo al grottesco, passando per il musical. Elemento centrale dello spettacolo è poi il materiale video raccolto in Riviera da Leo Merati, che interpretando il ruolo del giornalista, alter ego della compagnia e di Tondelli al tempo stesso, porta in scena immagini e suggestioni visive intrecciandole, in chiave meta-teatrale, con il piano della prosa e dei personaggi.

 

Ultima componente del lavoro è infine la pandemia, elemento che si inserisce tra le pieghe di Rimini come una presenza che incombe, ma non viene mai esplicitamente nominata. La scelta di includere ciò che abbiamo vissuto e ancora stiamo vivendo nello spettacolo nasce da una particolare coincidenza: Tondelli stesso, più di quarant’anni fa, chiudeva il suo romanzo proprio con l’immagine di un’apocalisse che stava per abbattersi sul mondo della Riviera. Seppur distaccandoci ancora una volta dall’opera e dal suo specifico immaginario apocalittico, questa stranissima corrispondenza tra fiction e realtà è stata lo spunto per riaprire nuovamente la ricerca e immaginare quale potesse essere la risposta della nostra Rimini di fronte all’arrivo di una vera e propria apocalisse. Come si affronta la fine del mondo in un luogo dove ogni stagione si chiude con un pensiero già rivolto alla riapertura della stagione successiva? Come si affronta un’apocalisse in una realtà dove a qualunque costo “bisogna sempre stare allegri, con il sorriso sulle labbra, anche quando fa burrasca”?

 

Tanti elementi, tante voci, tanti piani narrativi e un inarrestabile gioco di costruzione e decostruzione, dove a ogni risposta segue sempre una nuova domanda. Questa la sintesi che Rimini propone dell’osservazione collettiva che abbiamo condotto negli ultimi tre anni in una città già narrata tante volte da registi, scrittori, cantautori e crocevia eclettico che riunisce in sé mondi apparentemente distanti e personalità pittoresche. Una storia senza storia, la nostra, che tra le luci e le ombre della località balneare più nota d’Italia, apre lo spazio ad una riflessione più ampia, dal sapore profondamente italiano, sulla realtà in cui viviamo e sul tempo che stiamo attraversando.

 

Gruppo RMN

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