QUI
che cosa ci faccio io qui
29 E 30 LUGLIO 2020 - ore 21.00
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con Elvira Scorza, Loris De Luna
disegno luci Mau "Willy" Tell
sound designer Chiara Dello Iacovo
regista assistente Noemi Grasso
testo e regia Elvira Scorza
produzione Golden Show s.r.l. – Impresa sociale / Tinaos
in collaborazione con Compagnia Effetto Pullman
Anacoleti Officina Teatrale – Spazio Parnaso - Festival Mirabilia
spettacolo vincitore Sezione Corti - Festival Inventaria 2019
Presso
29 luglio 2020 ore 21.00
TEATRO DEI FABBRI, TRIESTE
Via dei Fabbri, 2/A, 34124 - Trieste (TS)
30 luglio 2020 ore 21.00
TEATRO SAN GIORGIO, UDINE
Via Quintino Sella, 4, 33100 - Udine (UD)
Al termine dello spettacolo per il ciclo d’incontri
Indagare il tempo - teatro e sociale in dialogo con il presente
interverranno gli interpreti dello spettacolo con la Dott.ssa Giusy Guarino psicoterapeuta e presidente della Cooperativa Athena Città della Psicologia
Domanda complicata. Complessa, arriva quando non ci sentiamo più a nostro agio e di quello che abbiamo vissuto tra quattro mura resta solo la domanda: che ci faccio io qui.
Cos’è questo qui, è la stanza che ospita il mio sentirmi a disagio, è la situazione che sto vivendo, come si è evoluta rispetto alle aspettative che avevo; o forse è tutta una questione di punti di vista, e il Qui che non si riconosce più è una matrioska di piani: una stanza, le cose che abitano questa stanza, le persone che vivono in questa stanza e gli oggetti che toccano, la storia che si portano dietro questi oggetti, il modo in cui questi oggetti resistono al cambio di situazione e riannodano i fili. Fili rossi che spesso neanche sappiamo di avere in mano, e che in realtà ci conducono fino al cuore del problema: che ci faccio io, qui?
Sono senza mutande nel letto di uno sconosciuto, sono seduta sul letto di mio figlio e aspetto al buio, sono impalata davanti al letto che mi ha vista moglie di qualcuno che adesso neanche riconosco.
Sono arrabbiata, sono preoccupata, sono sconvolta; sono scompigliata, sono trasandata, sono incinta. C’è qualcuno con me, anche lui seduto sullo stesso letto. Anche lui, senza sapere che fare, a questo punto, in questo spazio e in questo tempo.
E allora il Qui diventa un labirinto in cui ci si perde, e dalla specifica situazione che ci vede ingabbiati in un’ambascia tale da portarci a chiedere cosa fare, diventiamo pezzi di una storia comune non solo per le situazioni raccontate e per lo spazio in cui si raccontano – la camera da letto è il posto perfetto per farsi assalire dai dubbi sul perché e sul per come si è passato del tempo insieme a qualcuno – ma anche per le dinamiche che caratterizzano questo fuggi fuggi mentale: che ci faccio qui è una domanda che esiste perché spesso non si ha la forza di andarsene.
Si soffre tutti, si ama tutti, si è tutti abbastanza soli. Il difficile sta nel trovare le parole giuste per dirlo, e allora il che ci faccio qui sottende domande taciute: chissà se anche l’altro vuole che io resti, nonostante tutto. Chissà se anche l’altro non vede l’ora di andarsene, dopotutto. Chissà se qualcuno tornerà, qui.